La democrazia è partecipazione
La Camera di Stato (Parlamento) della Slovenia dovrà approvare una nuova Legge elettorale per l’elezione dei deputati, in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale N° U-I-32/15-56 dell’8 novembre 2018. Da allora la questione è all’ordine del giorno dell’agenda politica dei partiti, alla ricerca di una soluzione che soddisfi le decisioni della Corte Costituzionale e che sia accettabile dalla maggioranza delle forze politiche.
Alla camera di Stato è stata presentata un proposta, ossia un Disegno di Legge che modifica l’attuale norma sull’elezione dei parlamentari: Portal DZ – Izbran zakon / akt (dz-rs.si)
La proposta riguarda ovviamente tutte e tutti noi quali cittadine e cittadini di questo Paese perché modificherà le modalità della partecipazione popolare nella scelta della classe politica slovena, nella scelta di coloro che nel massimo organo democratico del Paese saranno chiamati a fare gli interessi del popolo, di tutto il popolo. Il modello elettorale, pertanto, per quanto astruso o lontano dalle preoccupazioni quotidiane delle persone, riguarda invece direttamente l’esistenza stessa delle persone. In questa sede, nel Parlamento, sono accolte le leggi e le norme che determinano in maniera decisiva quasi tutti gli aspetti più rilevanti della vita delle cittadine e dei cittadini di uno Stato.
La nuova Legge modificherà anche l’attuale sistema elettorale per l’elezione dei rappresentanti ai seggi specifici per la Comunità Nazionale Italiana, rispettivamente Ungherese, al Parlamento.
Che cosa cambierà, in estrema sintesi, per noi? Il numero di firme necessarie per la presentazione della candidatura salirà dalle attuali 30, all’1,5% degli iscritti negli elenchi elettorali al momento delle ultime elezioni parlamentari (al 16/04/2018 erano 2.610 gli iscritti negli elenchi elettorali), ossia 40 firme.
I rappresenti delle Comunità Nazionali autoctone saranno eletti con il sistema elettorale maggioritario secco: viene eletto cioè, chi riceve più voti tra tutti i candidati in lizza.
Ambedue le proposte sono sostenute sia dalla Comunità Autogestita Ungherese, sia dalla Comunità Autogestita Costiera della Nazionalità Italiana. Questa le ha approvate all’unanimità.
Personalmente, pur riconoscendo che questo sistema è in vigore in molti Paesi democratici ed è assolutamente legittimo e legale, sono un convinto sostenitore del maggioritario assoluto, a doppio turno: è eletto chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi espressi dagli elettori. Qualora questo risultato non è raggiunto al primo turno, si ricorre al secondo turn, il così detto ballottaggio, a cui accedono i primi due candidati risultati i più votati al primo turno. Un po’ come il sistema attualmente in vigore per l’elezione del Sindaco o del Presidente della Repubblica. Reputo che questo sistema sia maggiormente rappresentativo della volontà popolare e certamente più democratico in quanto l’eletto ha il sostegno della maggiorana assoluta delle e dei connazionali che si recano alle urne.
Sono cosciente che la mia è una posizione minoritaria all’interno della mia Comunità, che gli organismi politici della nostra Comunità sostengono il maggioritario secco, so bene che questa proposta non ha alcuna possibilità di essere approvata. Tuttavia, come ho sempre fatto, in piena trasparenza e serenità, esprimo la mia opinione utilizzando il mio diritto alla libertà di pensiero e di parola.
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