La fiducia è credere nella nostra Comunità Nazionale
La fiducia è credere nella nostra Comunità Nazionale.
Ai primi di novembre dello scorso anno, quando ormai era chiaro che l’emergenza epidemiologica da COVID 19 (SARS-CoV-2), era lungi dall’essere superata, decisi di rivolgermi alle e ai nostri connazionali con la lettera che riporto di seguito:
“Gentilissime e gentilissimi
Presidenti delle Comunità degli Italiani;
Direttrici, Direttori e Presidi delle Istituzioni Prescolari e Scolastiche Italiane;
Direttrici, Direttori, Capodipartimento e Caporedattori delle Istituzioni della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia;
Presidenti delle Organizzazioni della Comunità Nazionale Italiana;
Parlamentari ai seggi specifici per la CNI e deputati connazionali ai Parlamenti sloveno e croato;
Sindaci, Vicesindaci, Presidenti e Vicepresidenti connazionali dei Consigli regionali, cittadini e comunali;
Consiglieri regionali e municipali ai seggi specifici per la CNI;
Consiglieri dell’Assemblea e membri della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana;
Attivisti, volontari, professionisti, imprenditrici, imprenditori e operatori economici, docenti, giornalisti, redattori, operatori e lavoratori impegnati presso le istituzioni.
Care e Cari connazionali,
mi auguro vivamente che voi e tutti i vostri famigliari e amici stiate in piena salute.
I tempi che stiamo vivendo mettono tutti noi a dura prova: l’epidemia dovuta al COVID 19 (SARS-CoV-2) con le paure e le sofferenze che provoca; la crisi economica incombente e le incognite per il futuro; i distanziamenti fisici e le tensioni sociali; le contenutissime possibilità di coltivare le relazioni interpersonali, gli ostacoli alla libera circolazione sul nostro territorio d’insediamento storico e con l’Italia; gli impedimenti al piacere di ritrovarci assieme in armonia e condivisione; le persistenti problematiche legate alle carenze nell’attuazione del bilinguismo e dei nostri diritti che in questa situazione di emergenza diventano più acuti e profondamente determinanti per l’affermazione della nostra cultura, identità, lingua e dialetti; la carente sensibilità e comprensione da parte dei centri di potere nei nostri riguardi proprio nel momento in cui ce ne sarebbe maggiormente bisogno; sono solamente alcune delle condizioni essenziali a cui la nostra Comunità ha diritto di avere risposte appropriate e condivise che non mettano ancora più a rischio una realtà pur sempre fragile, ma siano invece aderenti e adeguate alle nostre necessità.
Una realtà, care e cari connazionali, che perseverate quotidianamente a perpetuare, ad arricchire e implementare grazie al vostro lavoro, alla vostra professionalità e ingegno, alla passione e alla creatività del vostro agire, all’amore che dedicate non solo agli affetti famigliari, ma anche alla collettività alla quale donate tanto tempo della vostra esistenza per coltivare e affermare, in pace e in un creativo dialogo interculturale, il nostro essere Italiani qui, ora, ieri e domani!
Vi ringrazio e vi ammiro sinceramente. Un’ammirazione, o almeno un apprezzamento, che meritiamo, ne sono convinto, anche da parte dei nostri Paesi domiciliari e della nostra Italia.
Care e cari connazionali,
dedichiamo la massima cura alla tutela della salute nostra e di chi ci sta vicino, seguiamo con responsabilità, nonostante tutte le difficoltà e rinunce che ciò comporta, le indicazioni mediche e le precauzioni per prevenire il diffondersi di un pericolo tanto invisibile, quanto drammaticamente tangibile.
Ma nonostante tutto, continuiamo, anche in queste circostanze, a svolgere le nostre attività nelle nostre Comunità degli Italiani, con le modalità consentite dalle normative nazionali o sfruttando tutte le risorse e le potenzialità che le moderne tecnologie ci offrono. Manteniamo vive le nostre case della cultura, della socialità, della politica nel senso etimologico del termine, riempendole della nostra identità che, anche se espressa in modo virtuale, è altrettanto reale e concreta. Rafforziamo la solidarietà e la collaborazione intergenerazionale. Facciamo lingua e cultura italiana, inondiamo di bellezza i social e la rete fino ad oscurare i linguaggi dell’odio, le menzogne e le fake news artatamente create anche per colpire la nostra realtà.
Care e cari connazionali,
nel doveroso rispetto delle diversità di opinioni, rafforziamo il dialogo e il confronto civile e democratico rispettoso della dignità dei nostri interlocutori, ritroviamo la nostra unità di Comunità di destino (parafrasando Edgar Morin) che proprio sul pluralismo delle idee e delle progettualità, sulla soggettività della nostra autonomia, può determinare quell’unità di intenti indispensabile per assicurare alla Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia nuova linfa e nutrimento.
Con i saluti più cordiali.
Maurizio Tremul
Capodistria-Fiume, 10 novembre 2020”
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