Le 75 candeline della Comunità degli Italiani di Abbazia.
La Comunità degli Italiani di Abbazia ha festeggiato i suoi primi 75 anni di fondazione. Lo scorso 21 ottobre 2022 è stato un giorno di grande festa e orgoglio.
Autorità, Ospiti, Signore e Signori, Care amiche e cari amici abbaziani
Cara Presidente, Sonja Kalafatović, Cara Presidente del Comitato Esecutivo, Norma Tuljak Srbulj, Caro Presidente onorario, Piero Varljen e gentile Presidente del Consiglio municipale di Abbazia, Neva Slani, Gentile Console Generale d’Italia in Fiume, Dr. Davide Bradanini.
È un immenso onore e un grande piacere salutarvi a titolo personale, a nome dell’Unione Italiana e dell’intera Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia che essa rappresenta, per questa importante ricorrenza: il 75° anniversario della Comunità degli Italiani di Abbazia.
La Comunità degli Italiani nacque nel 1946, pochi mesi prima del Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947. In pochissimi anni le nostre amate terre che ci hanno visto crescere e prosperare per secoli e secoli si sono svuotate, lasciando paesaggi spettrali: iniziò l’esodo, il calvario del nostro popolo, che ci ha ridotti a minoranza. Fu reciso il nostro legame con la Nazione Madre, l’Italia. Cambiò allora il nostro destino e il nostro futuro.
Il volto plurale, multietnico, plurinazionale e multilingue delle nostre contrade rischiò di scomparire. Ciò non avvenne perché, nonostante il ciclone di soprusi e violenze che dovettero subire i nostri padri e nonni, più grande di quelle sofferenze fu l’amore per le nostre tradizioni, per le nostre parlate dialettali, per la lingua italiana, per la nostra identità. Essi offrirono allora in dono alle nuove generazioni, quelle che non hanno conosciuto, per fortuna, gli orrori delle guerre, dei totalitarismi e dei nazionalismi contrapposti, offrirono, dicevo, un fiore arcobaleno chiamato dialogo: convivenza creativa, dialogo interculturale, reciproca fertilizzazione e prezioso mutuo arricchimento.
È questa la strada da seguire, con la consapevolezza di sapere chi siamo e con l’orgoglio di esserlo: rendere fertile e rigoglioso il nostro territorio d’insediamento storico con il nostro immenso bagaglio culturale e con la nostra ricca diuturna variegata produzione artistica, scientifica, culturale, sportiva, economica, con la nostra proverbiale inventiva e creatività, con la nostra tradizionale accoglienza e generosità, con il nostro agire che sa guardare oltre la linea dell’orizzonte e sa tracciare nuove rotte, per essere bene.
La lingua è la nostra identità; l’identità è la nostra lingua. Dobbiamo coltivarla con passione ogni istante della nostra esistenza, nelle Comunità, nelle Istituzioni, nelle scuole, nel nostro vivere sociale, virtuale e reale. Dalle istituzioni pubbliche, a tutti i livelli, dei Paesi di cui siamo parte integrante dobbiamo esigere attuino tutte le disposizioni legislative, normative e organizzative per assicurare la piena applicazione del bilinguismo e costruiscano un contesto sociale in cui l’italiano, parlato e scritto, sia a pieno titolo parte del naturale sentire e vivere comune. Dalla Nazione Madre ci attendiamo svolga un’attenta azione che sovrintenda all’efficace dispiegarsi di queste necessità.
Care e cari abbaziani, con tutto me stesso Vi auguro di cuore un futuro prospero e sereno. L’Unione Italiana ed io personalmente saremo al Vostro fianco, con la medesima premura e amore con cui Voi avete cura della Vostra identità.
Grazie sincere per tutto quanto avete fatto e state facendo, grazie agli attivisti, ai dirigenti, a tutti voi che avete dato il vostro contributo per la Comunità, alle e ai Presidenti che in 75 anni si sono susseguiti alla guida del sodalizio, all’attuale dirigenza, per il lavoro stupendo che state portando avanti.
Grazie infinite!
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