RTV Slovenia: quo vadis? Spregnerai i Programmi Italiani di RTV Capodistria?

Durante la IV riunione della Commissione per la preparazione del Piano di Produzione e Finanziario della RTV di Slovenia per il 2018, tenutasi ieri a Lubiana, abbiamo lungamente discusso a vuoto solo sul ruolo dei Centri Regionali RTV ma non sul senso e sulle finalità della Commissione e sulla riforma complessiva dell’intero Ente radiotelevisivo pubblico.
Sono stati affrontati anche i temi relativi ai Programmi RTV per le Comunità Nazionali autoctone Ungherese e Italiana: proprio questi ultimi sono stati al centro di particolari attenzioni e sono stati ampiamente problematizzati.
Su questi temi vi sono idee e proposte molto diverse e opposte: a chi sostiene un drastico ridimensionamento dei nostri programmi e di quelli regionali (sloveni), si contrappone chi invece ha una visione molto più propositiva e innovativa incastonata in una prospettiva complessiva di modifiche e di sviluppo dell’intero Ente pubblico.
Ma una cosa va detta chiaramente (e su questo tema richiederò al Presidente del Consiglio di Programma della RTV di Slovenia, Miran Zupanič, il rispetto della legalità): non è questa Commissione, né lo stesso Consiglio di Programma della RTV di Slovenia, che hanno la competenza, ai sensi della vigente normativa in materia, di decidere in merito all’ampiezza, all’assetto organizzativo e al Programma e Piano di Produzione dei Programmi RTV per la Comunità Nazionale Italiana, rispettivamente Ungherese, ma i preposti Comitati. In questo modo, il legislatore ha voluto assicurare alle Comunità Nazionali autoctone in Slovenia la loro autonomia!
Rimane il fatto che i Programmi Italiani RTV di Capodistria sono sempre a rischio di ulteriori ridimensionamenti.
Alcuni dati: i dipendenti dei Programmi Italiani di TV Capodistria erano 56 nel 2006; oggi sono 48 (di cui 4 lavorano anche per i Programmi Sloveni); i dipendenti dei Programmi Italiani di Radio Capodistria sono passati da 48 del 2006 agli attuali 28. In 10 anni i dipendenti sono scesi da 105 a 76, quidi – 29, registrando un -28%.
E ancora: i mezzi finanziari assicurati ai Programmi Italiani di Radio e TV Capodistria erano pari a € 3.699.034,00 nel 2014; nel 2017 sono 3.070.299,00 €; ossia -628.735,00 €, con un calo del -17% in 4 anni!
Ieri ho chiesto ai miei colleghi della Commissione, al Presidente della CdA della RTV di Slovenia, Miran Zupanič, al Presidente del Comitato di Sorveglianza della RTV di Slovenia, Peter Grašek, al Direttore Generale f.f. della RTV di Slovenia, Marko Filli, alla Direttrice di TV Slovenia, Ljerka Bizilj e al Direttore di Radio Slovenia, Miha Lampreht: quali altri Unità operative (TV Slovenia, Radio Slovenia, e altri) della RTV di Slovenia hanno conosciuto un simile ridimensionamento dal punto di vista delle risorse umane e finanziarie? Non ho ottenuto risposta, per un semplice motivo: perché il processo di “razionalizzazione” e di riduzione delle spese è stato selettivo e punitivo nei confronti dei nostri Programmi!
A fronte di questi dati, che non sono stati confutati, si continua a rimproverare alla nostra Comunità – che si sta impegnando per il rispetto dei propri diritti assicurati dall’ordinamento giuridico-costituzionale, dagli accordi internazionali e dalle Convenzioni sui diritti minoritari che la Slovenia ha sottoscritto e si è impegnata ad attuare – esattamente questo: ossia di esigere il rispetto della legalità da parte dell’Ente pubblico radiotelevisivo della Repubblica di Slovenia!
Ieri mattina ho presentato un esposto su tutto ciò al Tutore dei diritti umani della Slovenia, Vlasta Nussdorfer.
La nostra azione dovrà proseguire, coordinata, congiunta e sinergica, da parte di tutte le forme organizzative della CNI, a tutti i livelli, sia in Slovenia, sia nei riguardi della Nazione Madre (che segue gli eventi con grande attenzione e sensibilità), sia anche a livello internazionale, se sarà necessario!